Oggi ti parlo di un argomento sul quale ricevo parecchie domande: il baby food.
“Dottoressa, ma il baby food è necessario per lo svezzamento?”
Ti faccio già uno spoiler sulla risposta finale: no, solo in rari casi.
Prima di entrare nello specifico, però, ci tengo a sottolineare che cosa intendo con la dicitura “baby food”, per mettere “a tacere” ogni dubbio.
Che cos’è il Baby Food?
È qualcosa di davvero serio: pensa che esiste persino una direttiva, la 2006/125/CE, che stabilisce quali siano i cibi che rientrano in questa categoria e quali no, a seconda delle loro caratteristiche e della loro composizione.
Secondo questo documento “gli alimenti a base di cereali e gli altri alimenti destinati ai lattanti e ai bambini non devono contenere alcuna sostanza in quantità tale da poter nuocere la loro salute”.
Si tratta di una vera e propria misura di sicurezza, dettata dalla Comunità Europea per preservare la salute dei nostri figli.
Con “Baby Food” mi riferisco, in particolar modo, ai classici omogenizzati (ma non solo, ci sono anche le farine speciali e altro) che vengono ancora consigliati da alcuni pediatri perchè definiti più “sicuri e controllati”.
Sulla sicurezza di questi prodotti del comparto baby food nessuno mette in dubbio che lo siano, ma ricordiamoci, però, che tutti i prodotti che troviamo al supermercato sono disciplinati per poter essere consumati anche dalle categorie più sensibili come “donne in gravidanza, anziani e bambini” e che, quindi, sono alimenti sicuri per tutti.
A seguire ti do alcune motivazioni del perchè gli omogenizzati, ad esempio, non sono una scelta da fare a priori.
5 motivi per cui non dovresti dare omogeneizzati a tuo figlio
Ho deciso di raggruppare le mie buone motivazioni per cui non dovresti acquistare degli omogeneizzati per il tuo bambino in questo articolo. Ho fatto ciò per farti trovare tutte le informazioni utili in un solo luogo.
Gusti standard e sempre uguali
Gli omogeneizzati, essendo prodotti in un’industria, hanno sempre lo stesso gusto standard. Questo per il tuo bambino sembra essere eccezionale, perchè lo fa entrare in una sorta di “comfort zone”, di abitudine, che è completamente deleteria.
Perchè?
Semplicemente perchè alla fine di questo “svezzamento” a base di “cremine” tutte uguali, sarà necessario farne un altro, per disabituare il bambino a mangiare cibi tutti uguali fra loro.
Approccio con il cibo “vero” troppo tardi
Sento storie in consulenza che mi fanno davvero accendere le spie d’allarme: “Ho dato gli omogeneizzati a mio figlio oltre i 12 mesi, ora ho provato a dargli qualcos’altro a pezzetti ma non mangia, cosa devo fare?”
Purtroppo non sono pochi i genitori che utilizzano il baby food fino ad oltre l’anno del bambino e che si ritrovano poi a “lottare” con il figlio per farlo mangiare altro.
Ribadisco il punto precedente: gli omogeneizzati non sono il male assoluto, ma non dovrebbero essere scelti a priori come unico cibo possibile per svezzare il proprio bambino. Possono di sicuro essere scelti dai genitori più timorosi e in difficoltà per i primi assaggi, ma non dovrebbero comunque essere utilizzati a lungo perchè hanno gusti e consistenze standard, tutti uguali fra loro e rendono, poi, il bambino molto selettivo nei confronti dei cibi “nuovi”.
Se ti trovi in questa situazione puoi leggere anche il mio articolo sulla Selettività.
Rapporto qualità-prezzo del baby food: pessimo
Gli omogeneizzati sono molto costosi e non sono un “toccasana” dal il punto di vista nutrizionale: è vero che contengono alimenti selezionati e sono anche spesso addizionati di vitamine, ma rimangono comunque alimenti processati industrialmente.
I corrispettivi fatti in casa, invece, sono di gran lunga migliori e più sicuri per l’alimentazione di tuo figlio: sono certamente da preferire, a patto di sapere come comporre il pasto in modo adeguato. Ricordati che non tutto quello che è “casalingo” è comunque sano dal punto di vista nutrizionale, l’equilibrio delle scelte è alla base di tutto.
Aggiunta di componenti che li rendono più appetibili
Molto spesso negli omogeneizzati che si trovano fra gli scaffali dei negozi vengono inserite delle sostanze come zuccheri, amidi, oli e grassi, sale e aromi naturali.
Questo viene fatto per renderli più piacevoli per i bambini, che si abituano ad un gusto più dolce o più salato, a seconda del “marchio” prescelto dai genitori. In questo modo preferiranno un gusto rispetto all’altro, difficilmente nel tempo riusciranno a cambiare idea sulla base del gusto che si è costruito nel tempo.
Torno a dirti che la standardizzazione è ciò che più rende gli omogeneizzati inadatti per lo svezzamento.
Difficoltà nel riconoscimento del “vero cibo”
“Oggi mangiamo la mela” dice la mamma o il papà (o la nonna o il nonno).
“Mah, io non la ricordavo così, questa non è mela” pensa il bambino.
Nella testa di tuo figlio capita proprio questo: gli omogeneizzati, essendo frullati e riempiti di sostanze diverse per renderli più “buoni”, non rispecchiano mai il gusto del “cibo vero”.
Per questo motivo il tuo bambino andrà in crisi nel “passaggio” fra baby food e cibo “reale”.
Con queste cinque motivazioni spero di essere riuscita a farti capire quanto sia importante non scegliere di “svezzare” tuo figlio esclusivamente con gli omogeneizzati.
Non li condanno totalmente, in alcuni casi possono essere un valido aiuto nel caso in cui sia necessario iniziare lo svezzamento relativamente precocemente rispetto ai famosi 6 mesi. A mio avviso, però, sarebbero da evitare nei bambini che iniziano nei tempi corretti lo svezzamento, ma soprattutto è importante utilizzarli solo per un brevissimo periodo, massimo per due mesi.
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Ti aspetto.
Verdiana